Prestiti Personali Dipendenti

I lavoratori dipendenti hanno accesso, grazie alla loro busta paga, a finanziamenti personali, che sono garantiti dal reddito da lavoro e dal loro TFR già maturato. Oltre alla cessione del quinto e ai prestiti delega, ci sono i piccoli prestiti Inpdap per i dipendenti del pubblico impiego.
I lavoratori dipendenti hanno il vantaggio di potere esibire la busta paga, quando vogliono accedere al credito. Tramite essa, hanno la possibilità di dimostrare di godere di un reddito da lavoro fisso e stabile nel tempo, per cui di possedere risorse in grado di fronteggiare il pagamento delle rate per il rimborso del prestito ottenuto.
La garanzia della busta paga è così importante per i creditore, che addirittura esistono sul mercato forme importanti di credito, disponibili solo alla categoria dei lavoratori dipendenti.
La più importante è la cessione del quinto dello stipendio, molto diffusa tra i lavoratori, che consente loro di ottenere un prestito personale, pertanto, da non motivare in fase di richiesta, non essendo vincolato all’acquisto di beni e servizi.
Questo finanziamento deve essere restituito con rate mensili dell’ammontare massimo di un quinto dello stipendio al netto delle ritenute fiscali e contributive.
Queste rate sono trattenute direttamente dalla busta paga da parte del datore di lavoro, che deve effettuare contestualmente anche i versamenti, in favore del creditore. A ciò è tenuto per un obbligo di legge, una volta che il dipendente gli abbia dato relativa comunicazione.
Molto simile alla cessione del quinto è il prestito delega o prestito con delegazione di pagamento. Anch’esso è un finanziamento personale, pertanto, anch’esso non va motivato e consente di abbattere il limite della rata con la cessione del quinto, di cui è configurabile quale finanziamento accessorio.
Anche questo tipo di prestito prevede una rata dell’ammontare massimo di un quinto della retribuzione netta, che aggiunta all’altro quinto massimo della cessione permette al debitore di ottenere un finanziamento con rata complessiva di due quinti dello stipendio al mese.
I dipendenti pubblici hanno anche accesso a un altro tipo di prestito personale, i piccoli prestiti, della durata di 12, 24, 36 e 48 mesi.
Per ogni anno di durata del rimborso, essi concedono liquidità al dipendente pari a una o due sue mensilità nette, per cui, al massimo, per un piccolo prestito di 48 mesi, il lavoratore del pubblico impiego avrà a disposizione una cifra pari a 4 o 8 mensilità nette.
I lavoratori dipendenti hanno il vantaggio di potere esibire la busta paga, quando vogliono accedere al credito. Tramite essa, hanno la possibilità di dimostrare di godere di un reddito da lavoro fisso e stabile nel tempo, per cui di possedere risorse in grado di fronteggiare il pagamento delle rate per il rimborso del prestito ottenuto.
La garanzia della busta paga è così importante per i creditore, che addirittura esistono sul mercato forme importanti di credito, disponibili solo alla categoria dei lavoratori dipendenti.
La più importante è la cessione del quinto dello stipendio, molto diffusa tra i lavoratori, che consente loro di ottenere un prestito personale, pertanto, da non motivare in fase di richiesta, non essendo vincolato all’acquisto di beni e servizi.
Questo finanziamento deve essere restituito con rate mensili dell’ammontare massimo di un quinto dello stipendio al netto delle ritenute fiscali e contributive.
Queste rate sono trattenute direttamente dalla busta paga da parte del datore di lavoro, che deve effettuare contestualmente anche i versamenti, in favore del creditore. A ciò è tenuto per un obbligo di legge, una volta che il dipendente gli abbia dato relativa comunicazione.
Molto simile alla cessione del quinto è il prestito delega o prestito con delegazione di pagamento. Anch’esso è un finanziamento personale, pertanto, anch’esso non va motivato e consente di abbattere il limite della rata con la cessione del quinto, di cui è configurabile quale finanziamento accessorio.
Anche questo tipo di prestito prevede una rata dell’ammontare massimo di un quinto della retribuzione netta, che aggiunta all’altro quinto massimo della cessione permette al debitore di ottenere un finanziamento con rata complessiva di due quinti dello stipendio al mese.
I dipendenti pubblici hanno anche accesso a un altro tipo di prestito personale, i piccoli prestiti, della durata di 12, 24, 36 e 48 mesi.
Per ogni anno di durata del rimborso, essi concedono liquidità al dipendente pari a una o due sue mensilità nette, per cui, al massimo, per un piccolo prestito di 48 mesi, il lavoratore del pubblico impiego avrà a disposizione una cifra pari a 4 o 8 mensilità nette.