Prestiti Agevolati Dipendenti

Per prestiti agevolati ai dipendenti, nel linguaggio comune del sistema creditizio, s’intende a volte fare riferimento alla cessione del quinto dello stipendio e al prestito delega, considerati finanziamenti a condizioni di vantaggio per il lavoratore.
Va subito specificato che nel linguaggio comune di società erogatrici, come le banche e le società finanziarie, per prestiti agevolati ai dipendenti non si intende una categoria specifica loro rivolta, bensì i consueti e noti finanziamenti come la cessione del quinto e il prestito delega o con delegazione di pagamento.
Essi sono considerati “agevolati”, nel senso che garantiscono al lavoratore dipendente pubblico e privato condizioni di sicuro favore nell’accesso al credito, addirittura, potendo questi essere richiesti anche da cattivi pagatori e protestati, per via delle solide garanzie che essi offrono ai creditori.
La cessione del quinto offre liquidità al lavoratore dipendente, che verrà successivamente restituita con il pagamento di rate costanti mensili, il cui importo massimo non potrà superare il quinto della retribuzione netta. Tale rata verrà, inoltre, trattenuta direttamente dal datore di lavoro, che la legge obbliga anche a versare al creditore.
In favore della banca o finanziaria erogatrice, non c’è solo la busta paga del lavoratore, bensì pure il TFR o liquidazione maturati in suo favore, nel caso in cui dovesse interrompersi il rapporto di lavoro.
La durata massima prevista per legge del rimborso è di 120 mensilità.
Grazie a queste garanzie, quindi, possono richiedere un prestito con cessione del quinto dello stipendio anche i cattivi pagatori e i protestati.
E questi hanno anche accesso, se sono lavoratori dipendenti, a un’altra forma di prestito agevolato: il prestito delega.
Con il prestito delega, il lavoratore dipendente avrà la possibilità di innalzare l’importo massimo della sua rata, contraendo un finanziamento, anch’esso rimborsabile con rata massima di un quinto del suo stipendio netto.
Questa, aggiunta alla rata della cessione del quinto, fa salire complessivamente fino a due quinti il massimo importo mensile rimborsabile, consentendo al dipendente di abbreviare i tempi della restituzione del finanziamento o di ottenere un prestito di maggiori dimensioni.
Va subito specificato che nel linguaggio comune di società erogatrici, come le banche e le società finanziarie, per prestiti agevolati ai dipendenti non si intende una categoria specifica loro rivolta, bensì i consueti e noti finanziamenti come la cessione del quinto e il prestito delega o con delegazione di pagamento.
Essi sono considerati “agevolati”, nel senso che garantiscono al lavoratore dipendente pubblico e privato condizioni di sicuro favore nell’accesso al credito, addirittura, potendo questi essere richiesti anche da cattivi pagatori e protestati, per via delle solide garanzie che essi offrono ai creditori.
La cessione del quinto offre liquidità al lavoratore dipendente, che verrà successivamente restituita con il pagamento di rate costanti mensili, il cui importo massimo non potrà superare il quinto della retribuzione netta. Tale rata verrà, inoltre, trattenuta direttamente dal datore di lavoro, che la legge obbliga anche a versare al creditore.
In favore della banca o finanziaria erogatrice, non c’è solo la busta paga del lavoratore, bensì pure il TFR o liquidazione maturati in suo favore, nel caso in cui dovesse interrompersi il rapporto di lavoro.
La durata massima prevista per legge del rimborso è di 120 mensilità.
Grazie a queste garanzie, quindi, possono richiedere un prestito con cessione del quinto dello stipendio anche i cattivi pagatori e i protestati.
E questi hanno anche accesso, se sono lavoratori dipendenti, a un’altra forma di prestito agevolato: il prestito delega.
Con il prestito delega, il lavoratore dipendente avrà la possibilità di innalzare l’importo massimo della sua rata, contraendo un finanziamento, anch’esso rimborsabile con rata massima di un quinto del suo stipendio netto.
Questa, aggiunta alla rata della cessione del quinto, fa salire complessivamente fino a due quinti il massimo importo mensile rimborsabile, consentendo al dipendente di abbreviare i tempi della restituzione del finanziamento o di ottenere un prestito di maggiori dimensioni.